Una persona resiliente è colei che, nonostante le circostanze avverse, riesce contro ogni previsione, a far fronte agli accadimenti negativi, dando un nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. Per i relisenti gli ostacoli sono opportunità.
La resilienza può considerarsi una funzione psichica, che si modifica nel tempo in base alle esperienze, e, soprattutto, al modificarsi dei processi mentali di un soggetto.
La persona resiliente è dunque caratterizzata particolari capacità mentali (derivanti da un sufficiente sviluppo psicologico, affettivo e cognitivo), che le consentono di considerare un trauma o un evento doloroso anche come una"possibilità" per riemergere... cambiati.
Questo però non significa che il soggetto resilente non prova dolore, difficoltà, smarrimento di fronte a traumi, tragedie, minacce o perdite. Essere resilienti non è resistere a tutti i costi ma sapersi piegare al dolore quando necessario per poi rialzarsi.
Un esempio che rende l'idea può essere quello delle costruzioni che affrontano un terremoto: quelle più “elastiche” reggono meglio le scosse, le rigide invece crollano.
La flessibilità, quindi, è una parte importante della resilienza. Essere "morbidi", aspettarsi che gli altri e la vita non siano conformi alle nostre aspettative, prendere le cose per come sono, accettare ambiguità e incertezza ci rendono meno vulnerabili. La tolleranza alla frustrazione è legata inoltre alla flessibilità cognitiva e alla soluzione dei problemi. È necessario fare stretching mentale, allungarsi nelle possibilità, essere preparati a nuovi assetti ed equilibri.
Come aumentare la resilienza negli individui.
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